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  • RIFUGI | itinerari valsusa

    POSSIBLE ERRORS IN THE PHONE NUMBERS OR ADDED REFUGEES SEND EMAIL TO: itinerarivalsusa@gmail.com ​ ​ IL TRUC REFUGE - MONPANTERO / SUSA ​ Tel 0122 32963 - Cell 3498053424 ​ Mail: 2013@rifugiotruc.it Website: http://www.rifugiotruc.it/ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ AMPRIMO REFUGE - BUSSOLENO ​ Tel +39 3466269405 - 0122 49353 ​ Mail: refugeamprimo@gmail.com Website: https://www.rifugioamprimo.com/ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ REFUGE ARLAUD - SALBERTRAND ​ Cell: 39335401624 ​ Mail. info@rifugioarlaud.it ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ Fontana del Thures refuge - Cesana Torinese ​ Phone: +39 0122 845156 ​ Mail: fontanadelthures@gmai.com Website: http://www.rifugiothures.it/ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ VAL GRAVIO REFUGE - SAN GIORIO DI SUSA ​ Tel: +39 011 9646364 /0122456321 – cell: 3338454390 ​ Mail: custodi@rifugiovalgravio.it ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ REFUGE LA CHRDOUSE - OULX ​ Cell +39 339 6085107 +39 338 9343937 ​ Mail: info@rifugiolachardouse.it Website: http://www.rifugiolachardouse.it/ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ RIPOSA REFUGE ​ TEL: 0122 675173 Cell: +39 338 6118021 ​ Mail: Site: ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ LEVI MOLINARI REFUGE - EXILLES ​ Tel: +39 011 9632151 +39 0122 58241 ​ Mail: info@rifugiolevimolinari.it Website: http://www.rifugiolevimolinari.it/ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ RIFUGIO CAPANNA MAUTINO - CESANA ​ Cell: +39 347 3654510 ​ Mail: info@capannamautino.it Website: https://www.capannamautino.it/ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ GUIDO REY REFUGE - OULX ​ Tel: +39 0122 831390 Cell: 345 8678211 ​ Mail: inforifugioguidorey@gmail.com Site: ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ RIFUGIO SCARFIOTTI - BARDONECCHIA ​ Tel: (+39) 0122 901892 - Cell: (+39) 349 0093144 ​ Mail: info@rifugioscarfiotti.com Website: http://www.rifugioscarfiotti.com/ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ RIFUGIO LA TOESCA - BUSSOLENO ​ Tel: 0122 49 526 Cell: 3462247806 ​ Mail: refugeiotoesca@gmail.com Site: ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ VACCARONE REFUGE - GIAGLIONE ​ Tel: +39 0122 33 226 Cell:+39 347 9657918 ​ Mail: custodi@rifugiovaccarone.eu MOUNTAIN REFUGES

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  • CONTATTI/INFO | itinerari valsusa

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  • MASCHERA DI FERRO | itinerari valsusa

    MASCHERA DI FERRO La Maschera di Ferro (1638 – Parigi , 19 novembre 1703 ) fu un individuo la cui identità non è mai stata realmente accertata e del quale vi sono notizie storiche che dicono che fosse un prigioniero durante il regno di Luigi XIV di Francia . Nel creare questo personaggio Dumas s'ispirò a ricerche effettuate da Voltaire che, imprigionato nel 1717 per breve tempo alla Bastiglia , venne a sapere da alcune guardie che alcuni anni prima vi era detenuto uno strano personaggio, detto "La Maschera di Ferro" poiché portava sempre sul volto una maschera di velluto nero, assicurata da cinghie metalliche, che ne rendeva invisibili le fattezze. Al personaggio, ormai palesemente anziano, veniva riservato un trattamento di favore: cibo scelto e abbondante, vestiti costosi, possibilità di tenere in cella libri e persino un liuto . Bénigne Dauvergne de Saint-Mars , carceriere della Maschera di Ferro La città di Pinerolo Il Forte di Exilles La prigione dell'Île Sainte-Marguerite Appassionatosi al mistero e uscito di carcere, il filosofo francese compì varie ricerche scoprendo dal giornale del carcere che l'individuo che si celava dietro Maschera di Ferro era deceduto quasi all'improvviso nell'autunno del 1703 ed era stato seppellito nel Cimitero di Saint-Paul-des-Champs a Parigi con il nome (evidentemente fasullo) di Marchiergues o Marchioly. Governatore della Bastiglia era in quel momento, dal 18 settembre 1698, Bénigne Dauvergne de Saint-Mars , che assistette alle esequie. Il medico della Bastiglia affermò che l'uomo aveva circa sessant'anni, mentre sull'atto d'inumazione fu scritto che aveva quarantacinque anni. In effetti sussistevano tracce piuttosto evidenti dell'esistenza dell'uomo: alla Bastiglia il misterioso personaggio era arrivato proprio nel 1698 dall'isola di Santa Margherita (la maggiore delle Isole di Lerino , al largo di Cannes ), dove esiste una imponente fortezza, Fort Royal , accompagnato dal Saint-Mars, dopo una breve sosta al castello d'If. All'isola la Maschera di Ferro era giunta nel 1687, proveniente dal Forte di Exilles , nell'Alta Val di Susa , dove era stato trasferito nel 1681, seguendo con un altro detenuto proprio il Saint-Mars, che aveva fatto anche eseguire costosi lavori di adattamento dell'area dove doveva situarsi l'alloggio del prigioniero. Precedentemente il recluso mascherato fu detenuto per dodici anni nella fortezza di Pinerolo (allora governatore già da cinque anni della fortezza era proprio il Saint-Mars). Le direttive sul trattamento da riservare alla Maschera di Ferro giungevano al Saint-Mars direttamente dal potente ministro francese della guerra, il marchese di Louvois : esiste infatti una lettera del ministro al governatore della fortezza di Pinerolo in cui si impartiscono severe istruzioni sul trattamento da riservare al detenuto mascherato. Al prigioniero veniva, come anche per la detenzione nella Bastiglia, riservato un trattamento speciale. Tuttavia gli era fatto divieto di parlare con chicchessia, escluso il confessore (ma solo in confessione ), con l'ufficiale comandante della guardia quando doveva chiedere qualche cosa che riguardava la sua detenzione (altri argomenti di conversazione erano vietati) e con il medico quando si fosse ammalato. Inoltre poteva togliersi la maschera per mangiare e per dormire, ma in ogni caso la doveva indossare quando si trovava in presenza o in vista di qualunque altra persona. Gli erano consentite anche brevi passeggiate nel cortile della fortezza, sempre mascherato e sotto stretta sorveglianza delle guardie. Questi sono i fatti più o meno ben documentati da lettere, registri e testimonianze raccolte presso gli ufficiali preposti alla sorveglianza e riportate da cronisti dell'epoca. Pare anche che vi fossero varie voci sull'identità del prigioniero, ora un conte o un duca francese, ora un eminente lord inglese o altri parenti di importanti nobili europei, ma mai confermate né plausibili a un esame più accurato: probabilmente le voci erano parte di un'azione di disinformazione . Ci sono dei punti fermi in questa vicenda, che Voltaire riassunse: il prigioniero sapeva qualcosa di estremamente grave, così grave che se si fosse saputo, avrebbe creato problemi in alto loco; la sola vista del volto del prigioniero avrebbe creato negli astanti dubbi e sospetti, quindi era un volto noto; la soluzione di far sparire con discrezione l'incomodo recluso (i veleni non mancavano all'epoca e il loro uso era piuttosto diffuso) non era evidentemente praticabile e l'unica spiegazione plausibile è che ostavano motivi di carattere politico o affettivo. È stata avanzata anche un'altra ipotesi, ossia che il misterioso prigioniero non fosse altri che il padre naturale di Luigi XIV. Per comprendere il motivo da cui trae origine questa teoria occorre ricordare che Luigi XIV nacque nel 1638, mentre il matrimonio fra Luigi XIII e Anna d'Austria risale al 1615: erano quindi trascorsi ventitré anni senza che la coppia avesse avuto figli. Dalle cronache di palazzo si evince come gli augusti coniugi dopo poco più di un lustro dal loro matrimonio non avessero più avuto rapporti intimi: nei palazzi reali gli appartamenti del re e della regina erano normalmente separati e ciascuno di essi era dotato di un corpo di servitori e guardie proprio. L'accesso a ciascun appartamento era rigidamente controllato dal protocollo e alla corte di Francia tutto veniva registrato, anche le visite che il re faceva alla regina nei suoi appartamenti, che in genere erano destinate all'assolvimento dei doveri coniugali. Circolava anche voce che Luigi XIII fosse, o fosse diventato, impotente . Dopo ventidue anni di matrimonio senza figli aleggiava lo spettro dell'estinzione del ramo e della necessità, alla morte di Luigi XIII, di risalire "per li rami" per individuare l'avente diritto al trono. In quella situazione il successore legittimo sarebbe stato il fratello del re, Gastone (duca d'Orléans) che, oltre a essere considerato un inetto e per di più ribelle all'autorità regia, all'età di trent'anni era anche lui ancora privo di discendenti maschi, nonostante fosse già al secondo matrimonio: aveva infatti sposato la prima moglie, Maria di Borbone, duchessa di Montpensier , quando era solo diciottenne, e dalla donna aveva avuto una figlia. Morta la prima moglie nel 1626, aveva sposato sei anni dopo Margherita di Lorena-Vaudémont , dalla quale, al momento del concepimento di Luigi XIV, non aveva ancora avuto figli. Con Gastone d'Orléans vi erano serie probabilità che, oltre ai problemi che la sua inettitudine avrebbe causato, alla sua morte si avrebbe avuto lo stesso problema, con l'inconveniente supplementare che per trovare il legittimo aspirante al trono si sarebbe dovuti risalire oltre Enrico IV , in quanto tutti i discendenti successivi, esclusi Luigi XIII e Gastone d'Orléans, erano donne e la Francia seguiva rigidamente la legge salica . Il pensiero aveva turbato non pochi sonni a Richelieu e al suo collaboratore e successore Mazzarino . L'idea quindi poteva essere stata quella di trovare un rampollo che fosse di discendenza dei Borboni (anche attraverso le numerose unioni illegittime, l'importante era che avesse sangue regale nelle vene), che fosse sano, giovane e robusto e si prestasse alla bisogna sostituendo nel talamo di Anna d'Austria il riluttante marito, dietro un compenso sufficientemente cospicuo da convincerlo a tenere in seguito la bocca cucita.[5] Farlo entrare segretamente nelle camere della regina non era un problema (l'amante di una signora regale a quei tempi non era cosa anomala), così come non sarebbe stato un problema organizzare visite ufficiali del re alla consorte nei suoi appartamenti in modo che all'annuncio della gravidanza si potesse pensare che il re aveva fatto il suo dovere di marito e ne erano scaturiti i frutti, tutto purché naturalmente la regina e il re fossero d'accordo: la cosa non sarebbe stata moralmente molto ortodossa, ma la ragion di Stato era una divinità a cui Richelieu era devoto tanto quanto lo era al Padreterno . Non è escluso che il facente funzione di marito si fosse successivamente montato la testa (forse dopo la morte della regina avvenuta nel 1666) e - vista la somiglianza con il figlio - avesse tentato di battere ancora cassa in cambio del silenzio, il che gli avrebbe procurato il soggiorno obbligato a vita con tanto di maschera.[5] Se le cose fossero andate così, sarebbe stato certamente più semplice eliminare lo scomodo genitore, ma si trattava pur sempre del padre del re e quest'ultimo non avrebbe probabilmente gradito macchiarsi di un parricidio , almeno non prima di averle tentate tutte e comunque solo in caso di conclamato pericolo per la sua regalità. Le date non smentiscono questa versione anche se non ne aiutano l'accettazione: un giovane maschio è sessualmente attivo già a quindici anni, ma anche supposto che all'inizio del 1638, periodo del concepimento di Luigi XIV, il giovane avesse già diciotto anni, nel 1703, anno della sua morte, ne avrebbe avuti circa ottantatré, un'età piuttosto avanzata per quei tempi, ma non impossibile in quanto avrebbe vissuto una vita lontano da stress e pericoli. Un'altra cosa di cui tenere conto, seguendo quest'ipotesi, è che due anni dopo la nascita di Luigi XIV Anna d'Austria partorì nuovamente dando alla luce il secondo maschio, Filippo, duca d'Orléans (1640–1701). ​ ​ Nicolas Fouquet Fu candidato a dare un nome alla Maschera di Ferro Nicolas Fouquet, già ministro delle finanze di Luigi XIV, arrestato (1661) a Nantes e incarcerato alla Bastiglia con l'accusa (confermata poi da condanna al carcere a vita) di essere stato troppo ingordo nell'appropriarsi delle entrate demaniali, di cui lui stesso era il gestore, oltre che per la sfrontatezza, o dabbenaggine, di averne esibito i frutti con la costruzione della splendida residenza di campagna (villa principesca con numerosi giardini) a Vaux-le-Vicomte , alla cui inaugurazione sembra abbia invitato persino il principale derubato, ossia lo stesso Luigi XIV. Nel dicembre 1664 Fouquet, accompagnato da due servitori, fu condotto alla fortezza di Pinerolo sotto la sorveglianza di Saint-Mars, che doveva diventare il nuovo governatore della medesima, e lì risulta deceduto il 23 marzo 1680. Oltre al fatto che un anno dopo la Maschera di Ferro fu condotto al Forte di Exilles, non si spiega il perché della maschera: vada per il divieto di parlare (un ex ministro delle finanze doveva essere a conoscenza di parecchie notizie riservate), ma il volto di Fouquet non era certo fra i più noti nella popolazione francese e comunque egli fu registrato nel carcere di Pinerolo con il suo vero nome. Ercole Antonio Mattioli Un altro personaggio ritenuto per un certo tempo la Maschera di Ferro fu un certo conte italiano Ercole Antonio Mattioli , già ministro del duca di Mantova Carlo III e poi informatore dei Savoia , ma anche del re di Francia (oltre che di quello di Spagna ). Costui avrebbe fatto il doppio (o triplo) gioco al momento della tentata vendita di Casale e della sua fortezza al re di Francia. Nei primi mesi del 1678 il duca di Mantova, vistosi privare dalla Spagna del sussidio di 15.000 ducati annui, in precedenza concordato per il mantenimento di una guarnigione spagnola a Casale, prestò orecchio alle lusinghe di Luigi XIV, che proponeva l'acquisto della piazzaforte di quella città in cambio di 100.000 scudi. Mattioli era incaricato di seguire la pratica dell'acquisto, da fare in assoluta segretezza, ma riferì di nascosto l'accordo sia agli Spagnoli che ai Savoia, entrambi interessati a Casale. Scoperto da parte di Luigi XIV il doppio gioco, venne tratto in arresto dai francesi e incarcerato a Pinerolo nel 1679, dove venne registrato sotto il falso nome di Lestang. Quindi Mattioli fu trasferito direttamente alla fortezza dell'Île de Sainte Marguerite (senza passare dal Forte di Exilles) all'inizio del 1694, quando il governatore della fortezza era già da circa sette anni il Saint-Mars. Poco dopo morì di febbre. Valgono per il Mattioli considerazioni analoghe a quelle fatte per Fouquet. C'è da dire che non vi è assoluta certezza sulla morte nel 1694, molti hanno ipotizzato che sia morto qualche anno più tardi e che Saint-Mars lo abbia scambiato con qualcuno dei suoi prigionieri. Mattioli era un diplomatico che conosceva di certo segreti della corona spagnola e francese, oltre a informazioni confidenziali, quindi poteva risultare utile da vivo, se avesse potuto parlare esclusivamente con il carceriere del re di Francia. Tuttavia era anche stato, nonostante lo status diplomatico, arrestato illegalmente e difatti registrato sotto falso nome, in spregio al rispetto della territorialità dei Savoia. Quindi è possibile che Saint-Mars, con l'appoggio del re Luigi XIV, avesse escogitato il sistema della maschera per evitare contestazioni e incidenti diplomatici tra Francia e Spagna (oltre che con i Savoia e i Gonzaga , che erano imparentati con gli Asburgo d'Austria), soprattutto al responsabile di tutto, il ministro dell'esercito Louvois . Quando al nuovo re Luigi XV venne finalmente svelato il segreto della Maschera di Ferro dal reggente Filippo d'Orleans, si dice abbia esclamato: «Bene, se per caso è ancora vivo, desidero dargli la libertà»; quando invece il duca de Choiseul lo aveva interrogato a proposito del misterioso prigioniero egli si era rifiutato di parlare, salvo dire: «Sappia, duca, che tutte le congetture fatte fino ad ora sono tutte false illazioni». Poi aveva aggiunto un ultimo pensiero: «Se conosceste ogni cosa in merito, vi rendereste conto di quanto poco importante sia questa faccenda», smentendo le ipotesi più fantasiose.I nomi dati al prigioniero erano diversi, tra cui Filbert Gesnon, ma soprattutto, con alcune varianti (Marchiergues, de Marchiel, Marchiolly), "monsieur Marchioly", nome che fu inciso sulla tomba nel cimitero della Bastiglia e scritto nell'atto di morte e di inumazione. Il nome e la sua pronuncia francese del cognome "Mattioli" (Mattiolì), ricordano molto quella di "Marchioly" (Marchiolì). Molti anni dopo la morte del prigioniero Madame de Pompadour , la favorita di Luigi XV, dopo aver letto la storia nel libro di Voltaire domandò al sovrano, in via strettamente personale, chi fosse davvero l'uomo. Il re, che non considerava la faccenda poi così importante, avrebbe affermato che "era un ministro di un principe italiano", confermando, se così avvenne davvero, l'identificazione di Mattioli con la Maschera di Ferro. Anche Luigi XVI , che invece non conosceva l'identità della maschera, data la mancanza di documenti, fece delle ricerche per soddisfare la curiosità di Maria Antonietta e interrogando uno dei suoi ministri più anziani, Maurepas, ebbe la risposta che la Maschera di Ferro era «... un prigioniero molto pericoloso, a causa della sua intelligenza intrigante e che era legato al duca di Mantova». Gioca a sfavore di questa ipotesi, il fatto che già nel 1682 il duca di Mantova era stato informato dell'arresto di Mattioli. Il segreto non aveva ragione di essere mantenuto e il prigioniero è stato anche designato con il suo vero nome nella corrispondenza di Louvois e Saint-Mars. Mattioli, almeno secondo i documenti, non ha seguito Saint-Mars a Exilles nel 1681, ma è rimasto a Pinerolo fino all'aprile del 1694, quando fu trasferito a Sainte-Marguerite dopo la cessione di Pinerolo ai Savoia. Ciò è dimostrato da una lettera di Saint-Mars all'abate d'Estrades del 25 giugno 1681 («Mattioli sta qui con altri due prigionieri») e diverse lettere di Louvois ai successori di Saint-Mars a Pinerolo, sempre che non fossero depistaggi, per far risultare l'uomo in un altro luogo e confonderlo con Dauger, anche grazie all'espediente della maschera. Giovanni Gonzaga Un'altra ipotesi condurrebbe a Giovanni Gonzaga, figlio naturale del duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga . Si sostiene infatti che il prigioniero, coperto da una maschera di velluto nero, incarcerato a Pinerolo nel 1679 e registrato sotto il falso nome non fosse il conte Ercole Antonio Mattioli, bensì il Gonzaga stesso, il quale lo accompagnava con funzioni di segretario e che rimase pure lui rinchiuso.

  • RIEVOCAZIONI STORICHE | itinerari valsusa

    RIEVOCAZIONI STORICHE EXILLES CITTA' L’abitato di Exilles sorse attorno al suo famoso Forte, eretto all’inizio del XII secolo con funzioni strategico-difensive. Il borgo è caratterizzato dal suo ricetto di impianto tardo-medievale e dalle tracce del suo secolo più illustre, l’Ottocento, quando contava ben 3000 abitanti, di cui 1000 soldati. Il comune fioriva di commerci e attività artigianali e la sua crescente importanza gli consentì di ottenere il riconoscimento del rango di “Città” attraverso un Regio Decreto. La rievocazione storica “Exilles Città” conduce i visitatori in un’atmosfera di festa e di lavoro, attraverso ambientazioni e costumi ottocenteschi di grande fascino. Il programma prevede attività di animazione in vari punti del borgo con numerosi figuranti in abiti d’epoca, la cerimonia del Regio Decreto, danze e musiche occitane e scene di vita popolare. TUTTI GLI ANNI, LA TERZA DOMENICA DI SETTEMBRE. Il fascino di Exilles, ancora oggi caratterizzato dal suo ricetto medioevale risalente al XIII secolo, si manifesta al curioso turista che attraversando le sue “cour”, nei passaggi tra un vicolo e l’altro, entra così nel cuore di un borgo dal sapore antico. La manifestazione ExillesCittà, riconosciuta tra le rievocazioni storiche della Regione Piemonte, racconta una giornata di festa a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento, che celebra un evento molto particolare. Infatti Exilles, negli ultimi anni del XIX secolo, è il borgo popolato dell’Alta Valle di Susa, con circa 3000 abitanti di cui 1000 militari più che vivono nel Forte, motivo per il quale viene elevato al rango di “Città” attraverso il Regio Decreto di Umberto I. Fiori attività, ricchezza e vivacità grazie al commercio e agli artigiani che lavorano al Forte e ai suoi abitanti di poter avere tutti gli agi ei vezzi di moda. Le attività erano legate alla gestione della guarnigione del Forte: fabbriche di calzoleria, sarti, camiciaie, barbieri, lavandaie, una decina di esercizi pubblici, tra osterie, alberghi e taverne. TORNEO DEI BORGHI - PALIO DI SUSA ​ https://www.associazioneprosusa.it/torneo-storico-dei-borghi/ Cell. +39.339.36.75.981 associazioneprosusa@gmail.com Rievocazione storica che vede nella Contessa Adelaide di Susa il personaggio principale (1020-1091) con il suo ruolo fondamentale nel determinare le sorti di un vasto territorio e il destino di un casato. Figlia di Olderico Manfredi, detentore della Marca di Torino sposa in terze nozze Oddone di Savoia, figlio di Umberto di Biancamano . Riunì i possedimenti e la forza del giovane ed emergente casato d’oltralpe con i domini ed il potere degli arduinici, legati all’imperatore e padroni dei territori che si estendevano dai valichi del Moncenisio e del Monginevro sino alla Liguria. Adelaide seppe difendere e mantenere sottomessi i suoi territori governando da sola dopo la morte del marito, direttamente ed indirettamente attraverso i figli e le loro famiglie acquisite, tenendo in scacco il suo potente genero, l’imperatore Enrico IV. Ogni estate,il penultimo sabato e domenica di luglio ,la Storia diventa torneo con gare per ricordare ed onorare l’importante figura di Adelaide. In questo periodo storico si svolgevano gare e feste in onore di Adelaide e di Oddone. I tornei erano lo “sport” preferito dei Signori del Medioevo, in questo modo si festeggiavano le vittorie, i matrimoni, l’arrivo di principi stranieri e ogni altro evento. Si disputavano in primavera, erano vere piccole battaglie e provocavano morti e feriti. Quando intervenne la Chiesa dichiarando grave peccatore chi partecipava ai Tornei, si modificarono e diventarono gare in cui a vincere non era più il più violento, ma il più abile. La manifestazione vede i 6 borghi in cui è suddivisa la città, sfidarsi in tre prove, due individuali (Tiro con l’arco e giostra del Saraceno) ed una di squadra ( tiro alla fune) Il Sabato sera il programma prevede la partenza dei cortei in fiaccolata per le vie cittadine con destinazione Arena Romana dove vengono raggiunti dal corteo della Contessa Adelaide che parte dal Castello. Dopo la presentazione ed il giuramento dei vari borghi che rappresentano la città viene aperto ufficialmente il Torneo con uno spettacolo medievale in onore della Contessa. La Domenica il Corteo della Marchesa , con i capiborgo ed i dignitari raggiunge la Cattedrale per la S. Messa che prevede la Benedizione del Palio (diverso ogni anno a seconda del tema e dipinto da un artista di fama). Segue la sfilata per le vie cittadine.Nel pomeriggio il corteo partendo dal Castello raggiunge l’Arena Romana dove hanno inizio i giochi :- Giostra del Saracino- Tiro con l’arco- Tiro alla fune che decreteranno il vincitore, premiato dalla Contessa Adelaide con il Palio 2019 2020 BORGO DEI CAPPUCCINI Viene così chiamato a causa di un insediamento conventuale avvenuto nel 1610, ma risulta essere stato abitato già in età medioevale, allorquando viene edificata la chiesa extramuraria di Sant’Evasio, adibita alla cura delle anime della parte nord orientale del distretto di santa Maria Maggiore. BORGO DEI FRANCHI Denominato in epoca medioevale ”Contrada ultra Duriam”, occupa la posizione nord occidentale della città, sulla riva sinistra del fiume. Un ponte romano collegava questa zona con la “civitas”, mentre la “porta dell’Arco” immetteva nel Borgo medesimo. BORGO DEI NOBILI Risale al secolo XII, fu edificato nella zona sud orientale della città al di fuori delle mura e la sua origine viene testimoniata da molte vestigia dell’epoca medioevale, conservatasi sino ai nostri giorni nonostante la furia devastatrice dell’alluvione del 1728. BORGO NUOVO Ubicato nella parte orientale della città ed in continua espansione, simboleggia l’età contemporanea e testimonia l’operosità dei segusini che, forti dell’esperienza di un passato glorioso, guardano con fiducia al futuro. BORGO STORICO Rappresenta il nucleo che fu cinto di mura difensive sul finire del III secolo, comprende le due chiese antiche di Santa Maria Maggiore e di San Giusto e ricorda nel motto “In Flammis probatus amor” le vicende dei suoi abitanti e dei suoi edifici messi a dura prova dalla vendetta di Federico Barbarossa. BORGO DI TRADUERIVI Situato fuori dalle mura urbane , a sud est della città fra i due rivi Scaglione e Corrant ( inter duos rivos). Conserva ancora oggi un aspetto medioevale, testimoniato dalla presenza di due castelli e di un ricetto risalenti al 1300, quando il borgo era feudo delle famiglie Ancisa e De’ Bartolomei. Nella Borgata Colombera si trovano ancora tracce di una torre merlata i tamburini BATTAGLIA DELL'ASSIETTA A cavallo tra la valle di Susa e la valle Chisone , il colle dell’ Assietta. Da qui parti’ inizialmente un attacco al Forte di Exilles. È stata una delle battaglie chiave nella guerra di successione austriaca, un conflitto che squassò l’Europa di metà settecento. La battaglia dell’Assietta, conosciuta anche come “la bataja ‘d l’Assieta” in piemontese, e “bataille du Col de l’Assiette” in francese, fu combattuta il 19 luglio 1747. In Val di Susa sull’omonimo colle. Nel corso della guerra di successione austriaca, l’idea dell’esercito franco-spagnolo era quella di conquistare i valichi alpini difesi dalle forze sabaude; per poi puntare su Torino. Uno dei cardini di questa strategia, fin dall’inizio della guerra, era l’assedio del Forte di Exilles. Per fare questo era però necessario impadronirsi della cresta dell’Assietta e del Colle delle Finestre. L’Assietta è un pianoro brullo posto a oltre 2.500 metri sullo spartiacque fra la Valle di Susa e quella del Chisone: il suo controllo consente di poter intervenire rapidamente in una valle o nell’altra. Prevedendo l’assalto francese, il re Carlo Emanuele III ordinò di trincerarlo e di presidiarlo con 13 battaglioni di fanteria. Il corpo di difesa dell’Assietta era composto da truppe sabaude ed austriache; al comando, il tenente generale Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio. I trinceramenti erano costruiti in modo tale da permettere una difesa a 360°. Il punto chiave dell’intero perimetro difensivo era però dato dalla vetta del Gran Serin. Su questa, si schierarono i tre migliori battaglioni a disposizione del generale piemontese: il 2° btg. ed il 3° btg. Rgt. Svizzero Kalbermatten e il 3° btg. Rgt. Svizzero Roy. I solidi battaglioni imperiali, 4 battaglioni dei Reggimenti Forgach, Traun, Gagenbach e Colloredo, furono schierati a diretta difesa del Colle dell’Assietta. In appoggio all’esercito piemontese intervennero anche gruppi organizzati di combattenti Valdesi, abituati già a compiere con successo atti di guerriglia; in valli che conoscevano molto bene. Il loro compito, come sempre in questi casi, era di tenere impegnato il maggior numero di soldati francesi, sottraendoli così alla disponibilità in battaglia aperta. Per l’assalto i francesi erano forti di 32 battaglioni, contro i 13 austro-sardi, dei quali dieci impegnati effettivamente in combattimento. La tattica impiegata dai francesi si dimostrò fallimentare. I difensori falcidiarono le colonne d’assalto, impossibilitate a sviluppare tutta la loro potenza di fuoco. La ridotta della testa dell’Assietta, una tenaglia collegata con le retrostanti posizioni, era continuamente rifornita alla gola e si dimostrò subito un ostacolo troppo difficile per poter essere superato. A peggiorare la situazione gli ufficiali francesi, posti alla testa della colonna per guidare l’assalto, furono decimati dal fuoco dei difensori. Il comandante delle truppe francesi, generale Bellisle, visto che i suoi soldati non riuscivano ad infrangere la resistenza delle truppe sabaude, strappò la bandiera dalle mani di un proprio alfiere e si lanciò all’ennesimo assalto; sperando con questo esempio di trascinare i suoi. Quest’impresa, però, gli fu fatale. Venne infatti ferito con un colpo di baionetta da un soldato piemontese e subito dopo ucciso da un colpo di moschetto. Il 22 luglio un proclama del re Carlo Emanuele III di Savoia invitò i sudditi a ringraziare Dio, per aver consentito ai soldati piemontesi di respingere l’assalto. Le perdite francesi furono enormi: la sera dello scontro, il Villemur lamentava dai suoi ranghi l’assenza di 4.984 uomini. Tra questi, morti, feriti, prigionieri e dispersi; circa il 25% della forza impegnata. Le perdite austro-sabaude furono di circa 200 uomini. I primi rapporti segnalarono, tra morti e feriti, 219 perdite. La battaglia dell’Assietta, da un punto di vista strategico, segnalò lo stallo delle operazioni belliche in Italia. Nel frattempo, Genova era ormai libera dall’assedio austriaco, mentre di fatto la manovra francese per creare una breccia nel bastione alpino era fallita. Per entrambi i contendenti, in particolare per l’esercito francese e per quello sabaudo, la campagna del 1747 prosciugò definitivamente le riserve materiali e umane, costringendo Luigi XV e Carlo Emanuele III a riconsiderare le trattative di pace; conclusasi poi l’anno seguente con la pace di Aquisgrana.

  • SPORT INVERNALI | itinerari valsusa

    SPORT INVERNALI SESTRIERE - VIALATTEA Sestriere https://www.vialattea.it/ Italian skiing was born in the Turin mountains in November del 1896 . The promoter of alpine skiing italian fu Adolfo Kind , Swiss chemical engineer and mountaineer, resident a Turin . Nel 1896 Adolfo Kind sent to be sent two pairs of Norwegian skis and after the exercises at Valentino and Monte dei Cappuccini, Kind climbed a Giaveno e reached the higher hamlets, passing through Prà Fieul to the top of the Monte Cugno of the Alpet . Nel 1899 was the vault of 3,000 meters: Mount Tomba, above the Moncenisio Lake. In January of 1906 the first Italian alpine station was inaugurated a Sauze d'Oulx , in the Alta Val di Susa. Since the beginning of the last century Bardonecchia turned out to be ideal terrain for the new sport. Nel 1909 the first championships were organized Italians of alpine skiing and a ski jump was built. Nel 1935 the town's first ski lift was built. Nel 1934 the municipality of was established from scratchSestriere (born with the name Sestrierès) and after forty years from the discovery of the new sport the first ski lifts of the municipality were built. Sestriere as well as being the seat of Turin 2006 , is a regular appointment of Alpine Ski World Cup , also hosting i world cup in 1997 . Val di Susa hosted i XX Winter Olympic Games which took place from 10 to 26 February 2006 . The Olympic Villages of have been builtSestriere e Bardonecchia, and the Bobsleigh, Luge and Skeleton track of Cesana. In Val di Susa the Snowboard competitions were held in Bardonecchia, Luge, Bob and Skeleton on the Cesana-Pariol slope, Biathlon in Cesana-Sansicario, Alpine skiing (women) in Sansicario-Fraiteve, Freestyle in Sauze d'Oulx and Alpine skiing (men) a Sestriere . A Sestriere the Alpine Skiing of the took placeIX Paralympic Winter Games which took place from 10 to 19 March 2006. Turin hosted nel 2007 the second Universiade after the summer premiere of 1959 . Alpine Skiing and Snowboarding took place in Bardonecchia and Biathlon in Cesana-Sansicario. Sauze d'Oulx The most important ski area in the Valley is la Milky Way with 400 kilometers of slopes and is located in the municipalities: Sestriere , Sauze d'Oulx , Claviere , Cesana -Sansicarius, Pragelato (municipality located in the Val Chisone) e Montgenèvre (municipality located in French territory). Another ski resort is Bardonecchia, with 100 kilometers of pistes, is divided in two districts: Melezet, Les Arnaud and Colomion (1,300 meters - 2,400 meters) and Jafferau (reaches an altitude of 2,800 meters). In Val di Susa there are also ski resorts minor: il Pian del Frais located at 1,500 meters in the municipality of Chiomonte has 22 kilometers of slopes. Val di Susa also offers cross-country skiing trails. Near the Sestriere there are the slopes di Pragelato (located in the valley floor of the Val Chisone ) used for the XX Olympic Winter Games for competitions cross-country and Nordic combined. The competitions of were also held in Pragelatoski jumping . In Bardonecchia there is the Assomont cross-country track located in the Narrow Valley , in Cesana Torinese the track is located in Val del Thuras. The runway Cesana Pariol , where the Bob, Skeleton and Luge competitions took place in the XX Winter Olympic Games , also hosted the Italian Championship tobogganing nel 2006 e nel 2007 . The facility will host the European Championship of sledding on January 12 and January 13 2008 , the Bobsleigh and Skeleton World Cup from 18 to 20 January and the Luge World Cup nel 2011 .Colle delle Finestre with Rocciamelone in the background. Nel 2018 , the rock medal was taken from the Valsusa mountains, an honor designed to reward the eleven Italian athletes who reached fourth place in their respective disciplines on the occasion of the Pyeongchang Winter Games .[17] Top slopes Runway 21 - Sansicario The track is almost 4 km long, starts as black and is exposed to the sun for the first stretch, the view of Mount Chaberton is breathtaking. It starts at an altitude of 2619 meters as soon as you get off the Rio Nero chairlift and immediately faces a technical wall that will make the most experienced skiers happy. The descent continues, widens and becomes first red and then blue. The landscape changes, you cross the forest and the area is more in the shade. The path is now blue and the changes in slope and width allow you to maintain high the fun. The arrival is at the beginning of the Baby chairlift in the village of Sansicario Fraiteve Olympique 18 - Sansicario We are talking about the track used for the Super Giant and women's downhill competitions of the Winter Olympics 2006. Almost 4 km of descents that have all the charm of the Olympic slopes. Following the high 79, which is a red one, you reach the official start of the Fraiteve Olympique 18 slope. It is a not too technical black, which alternates sections that are not too steep with walls a little more challenging like the Colombiere: departure of the Super G. Fun is guaranteed by the numerous changes in slope and direction. The track is wide and ends with a more shaded section in the woods until it reaches the village of Sansicario. Kandahar - Slalom slope Gianni Alberto Agnelli - Sestriere The name will immediately bring to the minds of fans the 97 World Ski Championships, with the great champions such as Compagnoni and Tomba. The track is that of the Men's and Women's Special Slalom of the World Cup. Adrenaline lovers you can't let it get away! The start is not very demanding until you reach the start of the races, from there the slope makes itself felt and accompanies us throughout the descent until the arrival, where the path is again gentler and reaches us the Cit Roc chairlift. Kandahar Banchetta Nasi - Sestriere slope It is considered the most beautiful track in the Milky Way area, where downhill races were held Torino 2006 men's olympic. We are on Monte Motta at 2800 meters and 914 meters of altitude are waiting for you that will hit you right in the heart. It's off to a great start down a steep wall that comes to a 63% gradient. The height gives us an unrivaled view of the Alps. The track continues past the arrival of the other chairlifts that stop further down, but it does not stop to surprise, the alternation of walls, jumps, curves, changes of slope and stretches in the woods they keep the fun high until the arrival which is located in Borgata 1886 meters. For the real experts, to go all in one breath! Gran piste Sauze Oulx - The longest track in the Milky Way Characteristic of this track is its length which allows us to cover a stretch of well 9 kilometers. It starts from Monte Fraiteve a 2700 meters and you go to cover 1300 meters in altitude. The track is red with some technical passages. Its length i changes in slope and passages in the woods will make you love it immediately. The finish is in Jouvenceaux a 1383 m. COLOMION - BARDONECCHIA Summer in Bardonecchia - Your holiday in the mountains (bardonecchiaski.com) Vallon Cros black slope, Bardonecchia It starts at 2395 m, after getting off the Vallon ski lift. Before starting the descent we advise you to stop a moment and enjoy the view which is something spectacular. The track is a very fun black one that starts right away with a nice wall quite challenging and ends with a slight slope that leads to the start of the ski lift. This part of the area is not very busy and gets the sun late, we recommend it if your legs aren't too tired, to enjoy the last runs of the day. ​ ​ catrina-vl.pdf cartinapiste-bardo.pdf

  • PARCHI | itinerari valsusa

    PARCHI The Avigliana Lakes Natural Park , ​ ​ ​ ​ established in 1980, it is located at the mouth of the Susa Valley, at the foot of Mount Pirchiriano on which the ancient abbey stands of the Sacra di San Michele, in a characteristic area of the morainic amphitheater of Rivoli-Avigliana, just a little more 20 kilometers from Turin. The territory, despite its limited extension, includes a considerable variety of environments and ecological situations, as they are present three different but interconnected biotopes, consisting of two lake basins and dai hilly reliefs and by wetland of the Mareschi . Headquarters del Parco is in Avigliana in Via Monte Pirchiriano n.54 - ​ Tel. 011.9313000 - 9341405 - 011.4326589 ​ https://www.parchialpicozie.it/page/view/parco-naturale-dei-laghi-di-avigliana/ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ORSIERA PARK. ROCCIAVRE ' ​ ​ The Park extends into the Northern Cottian Alps, on pertinent territories of the Chisone, Susa and Sangone Valleys. The boundaries of the protected area run on average at an altitude of 1,400 m and the most important peaks included within them reach almost 3,000 m: Monte Orsiera (2,890 m), Monte Rocciavrè (2,778 m) and Punta Rocca Nera (2,852 m). The Orsiera-Rocciavrè massif is made up of rocks of different origins, the presence of which may be including if it is traced back to the process of Alpine orogenesis. Much of it, including its main peaks, is made up from rocks, called ophiolites or green stones. Other rocks, called the continental aquifer, are found instead on the outskirts of the massif. The “recent” history of the Park's mountains is characterized by the modeling carried out by erosion. The action of the Quaternary period glaciations is evident due to the presence of moraines and circus lakes and glacial barrage (Chardonnet Lake, Laus Lake and La Manica Lake, Sottano Lake, Soprano Lake), rocks montonate and valleys to "U". There are also accumulations of debris and landslides; particularly impressive the landscape strewn with large blocks in the Cassafrera basin, in the heart of the Park. They are not registered in the park the conditions for the formation of glaciers and not even of small permanent snowfields. ​ https://www.parchialpicozie.it/page/view/parco-naturale-orsiera-rocciavre/ ​ The offices of the Orsiera-Rocciavrè Natural Park are in Bussoleno in Via Massimo d'Azeglio 16, Tel. 0122.47064 and in Fenestrelle, Mentoulles hamlet in Via Nazionale 2, Tel. 0121.83757. ORSIERA PARK MAP ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ GRAN BOSCO SALBERTRAND PARK / COLOMBAN ROMEAN ECOMUSEUM ​ ​ The Protected Area of the Gran Bosco di Salbertrand Natural Park extends on the orographic right of the Val di Susa (Northern Cottian Alps), from 1000 meters above sea level to 2700 meters of the watershed. It was established in 1980 mainly to protect the luxuriant vegetation and in particular the precious ones fir trees and the extensive larch-cembreti. It is occupied for 70% by woods, and for the remaining 30% from high altitude pastures and prairies. The over 600 plant species surveyed create a great variety of environments: in the valley floor, we find broad-leaved trees such as ash, birch, maple, alder, chestnut and beech), rising in altitude, you enter the kingdom of conifers (Scots pine, silver fir, spruce, larch, stone pine). Among the herbaceous species it is worth noting the presence of two rarities: the Corthusa Matthioli and the Menyanthes Trifoliata. Park Headquarters and Visitor Center is in Salbertrand in Via Fransuà Fontan, n.1 - Tel. 0122/854720 ​ https://www.parchialpicozie.it/page/view/parco-naturale-del-gran-bosco-di-salbertrand/ ​ ​ The Salbertrand Ecomuseum is dedicated to Colombano Romean, miner and quarryman of the Ramats, image symbol of hard and thankless work in the mountains. For eight long years, starting from 1526, he excavated a work that is still incredible today: il Pertus , one tunnel at 2000 meters of altitude five hundred meters long with a section of about one meter and eighty by one meter, to bring the waters of the Rio Touilles to enliven an entire slope above Chiomonte and Cels. ​ ​ https://www.parchialpicozie.it/news/detail/24-06-2020-ecomuseo-colombano-romean-visite-guidate-estate-2020/ ​ GRANBOSCO PARK MAP ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ ​ podcast parco gran bosco Salbertrand

  • PASSEGGIATE | itinerari valsusa

    PASSEGGIATE/ESCURSIONI IN CONTACT WITH NATURE For lovers of excursions I will put the pages of the dedicated sites. Routes, times, difficulties for a safe walk / excursion please remember that the mountains must be respected, so wear shoes and clothing suitable, do not leave the indicated paths. A supply of water and something to eat, just in case on the way there are no sources of water, do not leave rubbish n round that could be ingested by forest animals. Love and respect nature .http://www.zannoni.to.it/vallesusa/ hikes. https://www.parchialpicozie.it/page/view/ecomuseo-colombano-romean/ GREAT PERTUS COLOMBANO ROMEAN The Gran Pertus or Pertus (Piedmontese for big hole and hole) it's a gallery artificial 433 meters long excavated in the mountain of Exilles , in Val di Susa , between il 1526 e il 1533 da Colombano Romean . The Pertus pierces the mountain between 2020 and 2050 meters above sea level e fu built to convey in Val di Susa the waters of the nearby Val Clarea . It still is working and used for the irrigation of the fields and meadows of the villages by Cels and Ramats. Between August and October, in the less important months, the canal is traversable on foot with the aid of suitable torches, equipment and clothing . Colombano Romean, to dig into the right direction, created shelves on which he rested candles in a row, to see if the excavation proceeded in the desired direction . The Pertus is located near the top of the Four Teeth of Chiomonte. It can be reached from the hamlet of Ramats, along the dirt road up to the grange Rigaud (altitude 1450 masl) and from there following the path for the summit of the Quattro Denti. It is also accessible from Exilles through the hamlet of Cels, along the dirt road up to Grange Ambournet and then on foot along the path to the top of the four teeth. Travel time: h. About 2.30 / 3 on foot from the hamlet Ramats or Cels The visit of the Pertus is recommended in the period autumn, when the water flow is limited. For the visit it is necessary to have a torch (preferably a front one) and wear a clothing that does not suffer from mud or dragging on the rocks. https://www.valdisusaturismo.it/escursioni-trekking/ Escuersioni. MONTE NIBLE ' http://www.altox.it/ValsusaAlpinismo/nible.htm Nible '. Niblè / Ferrand Height: m. 3,365 / 3345 Difference in height from the Refuge: m. 1785 Difficulty: F + Time needed: 5 hours Recommended period: Recommended equipment: ice ax and crampons other excursions Certainly one of the most demanding excursions in the basin. The Niblè glacier on the French cards is called Pointe de Ferrand, while the tip Ferrand is called Pointe Niblè and also the odds are reversed. Its name (in patois neble) means fog or cloud. On the summit of Niblè there is a cross and from its top the view on a beautiful day goes from the Vanoise al Rocciamelone, from Assietta to Chaberton, from the distant Des Ecrins group to the nearby Galambra glaciers and the Fourneaux and the Sommeiller. The summit was reached in 1873 by the famous WAB Coolidge who to his surprise found a little man of a climber remained unknown. From the parking area, passing the barrier, it is necessary to continue on the dirt road that soon becomes a path going up the valley in the direction of the hill that opens in front (Col d'Ambin). It is therefore necessary to go up the valley keeping to the orographic left. Crossed the Pian delle Marmotte continue along the slope southern Colle d'Ambin with steep hairpin bends up to 2,700 m. At this point we leave the trace of the path which leads to the real Colle d'Ambin and instead turns right to reach a detrital channel which leads to another carving - the Colle d'Ambin Est (m. 2921.) near which it is located the Bivouac W. Blais (3 hours) This part along the gully, despite being a good one path, if still covered with snow, requires caution as it is very steep. From the Colle follow the OSO crest, detrital and with traces of path, until you get to an obvious vertical jump. Moving to the left, on the French side, you can board the glacier Ferrand, which you climb until it becomes comfortable to return to the ridge. Continue for the latter, consisting of debris and rocks, without encountering difficulty up to the summit of Niblè (1.30 hour). If desired, it is possible to continue up to Punta Ferrand: the itinerary (F +) goes down to the col at an altitude of 3,295, bypassing two isolated towers on the Glacier du Ferrand. From the collar you go up then the southwest ridge up to the summit of Punta Ferrand m. 3348 (0.45 hours) Depending on the snow cover you have to evaluate whether to go up directly on the glacier or to keep to the right of the glacier continuing on the debris. Descent: along the ascent route or by crossing (5 hours). Descend the glacier moving gradually to the right up to a spur of rock that descends from the Ferrand peak pass it and aim to the Colle Sud dell'Agnello (3,090 m) from here first through a gully of debris e then by tracks of path up to the Vaccarone Refuge (m. 2741) From Vaccarone there is a good path almost flat, towards the south, which skirting the base the east side of Punta Ferrand and Monte Niblè leads us to the Clopaca pass (2,750 m). From here a winding path, first on steep meadows and then in the woods, brings us back to the parking lots near the Levi-Molinari Refuge. http://www.rifugiolevimolinari.it/senza-categoria/monte-nible.html refuge. MOUNT THABOR Connect to these hiking sites in Valsusa: Also called Mount Tabor) is a mountain delle Cottian Alps . The mountain is in the territory French since 1947 and is located between the municipality of Valmeinier southwest of Modane , in the department of the Savoy and the municipality of Névache in the department of High Alps . You can climb to the top starting from Narrow Valley e passing dal Terzo Alpini Refuge , and Rifugio Re Magi near which it is possible leave the car. Continue along the dirt road until to the Piano della Fonderia and from here proceed to the left always following the dirt road to the old Banchet iron mines. After the mine, with a short climb you reach 2,200 meters above sea level at the Planche bridge, then after crossing the stream, go up along Vallone del Desinare located at the base of the Grand Seru . The path follows the left bank of a small stream for a while cross after arriving to a plateau;, from here you proceed on a stony path in a series of coils that make you catch share quickly and then on plateaus, in the direction of the Chapel of Our Lady of the Seven Sorrows, now clearly visible, placed in proximity to the summit of Mount Thabor at 3.178 meters above sea level www.zannoni.to.it/valsusa/ Excursions and walks | Valsusa laboratory Giro del Lago del Moncenisio Al confine fra Italia e Francia si trova invece il Lago del Moncenisio. Adoro questo posto perché è ricco di tantissimi sentieri e percorsi che si diramano lungo diverse direzioni e si inerpicano lungo la montagna. Tutti ben chiari e segnalati, la maggior parte degli itinerari sono semplici e possono essere affrontati da chiunque. Questo lago in realtà non è di origine naturale, ma è stato realizzato in seguito alla creazione di una diga. Sotto le sue acque incontaminate, un tempo sorgeva un piccolo paese in pietra che è poi stato abbandonato. Oggi, quando il livello del lago è più basso, si può ancora vedere la punta del campanile della chiesa che vi fuoriesce. Uno dei percorsi più bello che ho fatto del Moncenisio è quello che parte dalla vecchia dogana francese. Potrai riconoscerla facilmente in quanto si tratta di un grosso edificio realizzato interamente in legno che si trova a sinistra salendo dall’Italia in direzione della Francia. Lascia la macchina nel piazzale posto dietro alla struttura e da lì imbocca la prima strada asfaltata che costeggia il piccolo paese in pietra ormai abbandonato. Escluso il tratto iniziale un po’ più ripido, il resto della passeggiata sale dolcemente lungo i pendii della montagna. Continuando lungo il sentiero principale, ben indicato da cartelli e segnali, raggiungerai il primo di uno dei tanti forti abbandonati che venivano costruiti per difendere e presidiare i territori dei due Paesi. Oggi molti di questi fortini sono stati lasciati a loro stessi e, con il passare del tempo, sono in parte o del tutto crollati. Altri invece possono essere visitati facendo però molta attenzione in quanto non sono presidiati. Continuando lungo il sentiero principale, dopo circa un’ora e mezza di cammino, potrai raggiungere un piccolo lago. Da questo sentiero è possibile ridiscendere e costeggiare la diga. Grazie ad una strada costruita proprio al di sopra di essa potrai passeggiare osservando dall’alto il panorama circostante. È facile imbattersi in gruppi di ragazzi che si lanciano dai pendii delle montagne con il paracadute. Dall’alto della diga, si può discendere lungo la parte bassa della montagna fino a raggiungere il pelo dell’acqua. Continuando in direzione della Francia, si può infine raggiungere il Piccolo Moncenisio. Durata del percorso: 4 ore circa. Il Sentiero Balcone in Val di Susa, il trekking più bello del Piemonte Il Sentiero Balcone è un percorso di 10 tappe e 250 km in Val di Susa, un trekking bellissimo nella natura selvaggia del Piemonte. Il Sentiero Balcone è uno dei più bei percorsi di trekking in Piemonte, nella Val di Susa. L’itinerario a piedi si snoda in 10 tappe, per un totale di 250 km, con prevedono passaggi lunghi e a volte impegnativi, per questo è adatto a escursionisti allenati e con tutta l’attrezzatura del caso. Mappa alla mano, si attraversano borghi delle Alpi piemontesi, si può dormire nei rifugi, esplorando l’alta Val di Susa, un territorio spesso incontaminato e selvaggio. Le 10 tappe del percorso possono essere fatte singolarmente, o unite in un lungo trekking, che prevede anche giornate da 9 ore di cammino e dislivelli impegnativi. I centri chiave sono Susa (punto di partenza e di arrivo), Sauze d’Oulx e Bardonecchia. Ecco un po’ di informazioni sul Sentiero Balcone. Il percorso del Sentiero Balcone Il Sentiero Balcone è un percorso di trekking in 10 tappe. È un itinerario escursionistico composto da sentieri antichi, mulattiere e strade di montagna. Questi sentieri, che erano stati abbandonati, sono stati recuperati dalla Comunità Montana Valle Susa e Sangone con un progetto che è durato dal 2007 al 2013; lo scopo è far diventare il Sentiero un motore per tuta l’Alta Valle. Si tratta di un anello escursionistico che parte e arriva a Susa ed ora è possibile percorrerlo tutto. Non c’è un senso di marcia consigliato: lungo l’itinerario ci sono i punti di ristoro, agriturismo, bivacchi e rifugi con buona frequenza e ci si può organizzare a seconda delle proprie esigenze. L’itinerario attraversa 14 comuni dell’Alta Valle Susa, con dislivelli che variano da 65 a 1300 metri, per un totale di oltre 7 mila metri di dislivello. In quota si trovano rifugi alpini. La copertura GSM è quasi totale.​ Le 10 tappe del Sentiero Balcone Le 10 tappe hanno distanze variabili, per u totale di 250 km. Le tappe. 1 – da Giaglione (Susa) a Cels (Exilles): 15,5 km, 4 ore 2 – da Cels (Exilles) a Salbertrand: 8,8 km, 2 ore e 30’ 3 – da Salbertrand a Jaffreau (Bardonecchia): 21,8 km, 5 ore e 30’ 4 – dallo Jaffreau al Borgo Vecchio di Bardonecchia: 20,3 km, 8 ore e 30’ 5 – da Bardonecchia a Chateau Beaulard: 19 km, 8 ore e 30’ 6 – da Chateau Beaulard a Cesana Torinese: 16,8 km, 5 ore 7 – da Cesana Torinese a Sauze di Cesana: 31,4 km, 9 ore 8 – da Sauze di Cesana a Pian della Rocca: 16,6 km, 6 ore 9 – da Pian della Rocca alla Testa dell’Assietta: 10,5 km, 3 ore 10 – dalla Testa dell’Assietta a Meana di Susa: 22,5 km, 6 ore e 30’ Sentiero Balcone, l’itinerario a piedi Il punto di partenza è Susa. È una meta raggiungibile in treno, così come Oulx, Bardonecchia e Torino. In sintesi da Susa (Giaglione) si imbocca la Val Clarea, poi si percorre il versante sinistro della Dora Riparia toccando i borghi di Exilles e Salbertrand, per giungere ad Oulx. Si sale poi in quota fino ai Bacini dello Jafferau; qui parte una tappa impegnativa per l’alpeggio di Pian delle Stelle attraverso il Passo di Rocce Verdi. Si scende a Bardonecchia e si sale poi verso il Colomion; giù al Rifugio Rey e Chateau Beaulard, con arrivo a Cesana Torinese. La tappa successiva porta a Claviere, la Val Gimont, discesa a Chabaud, Rhuilles e Thures in Val Thuras, attraversando i lariceti. Quindi si risale a Champlas du Col e a Sestriere, verso il comprensorio sciistico della Via Lattea; sin prosegue per Sauze d’Oulx e si entra nel Parco del Gran Bosco di Salbertrand, per raggiungere lo spartiacque tra la Val di Susa e la Val Chisone. Per il tratto finale si percorrono le antiche strade militari dall’Assietta verso il Colle delle Finestre per ridiscendere infine a Susa. Qui puoi scaricare il tracciato del sentiero balcone.kml Ti potrebbe interessare AD North Sails Giubbotto Uomo Blu griffeshop.com AD Questo è lo stipendio mensile del Papa Consigli e Trucchi Cosa portare in un trekking Se decidi di fare un trekking, ecco i nostri consigli, a partire dalla nostra Guida al Trekking . Uno zaino da almeno 50 litri (ecco cosa devi sapere per scegliere quello giusto ma anche come devi riempirlo per non farlo pesare troppo e come proteggerlo dalla pioggia ). Scarpe da trekking a collo alto (qui la nostra guida alle scarpe da camminata ). Asciugamano sportivo in microfibra e 2-3 magliette leggere (qui il nostro vocabolario dell’abbigliamento sportivo per districarsi tra i tessuti tecnici ). 2-3 pantaloni da trekking (qui spieghiamo quali caratteristiche devono avere ). 3 paia di calzettoni da trekking (per scegliere quelle più adatte leggi qui ). Giacca di tipo guscio per ripararsi dal vento e dal freddo (leggi la nostra guida sulle giacche impermeabili da trekking ). Felpa o pile (ecco i nostri approfondimenti sull’abbigliamento outdoor ). Bastoncini telescopici da trekking (ecco perché sono necessari ). Cappello e occhiali per proteggersi dal sole . Borraccia (ecco le migliori in acciaio inox) . Prodotti per igiene personale (e i detersivi per lavare l’abbigliamento ). Crema solare (qui i consigli per proteggerti in maniera efficace ). Kit primo soccorso: cerotti/Compeed per eventuali vesciche; bende; disinfettante; rotolo nastro adesivo. Mini torcia per muoversi di notte senza svegliare gli altri. Salita alla Sacra di San Michele

  • FORTE VARISELLO | itinerari valsusa

    Forte Varisello Il forte Varisello (Fort de Variselle in francese ) è ora il più grande dei 3 forti del primo sbarramento del Moncenisio (forti Cassa , Varisello e Roncia ). Centro del comando della piazza, è sito sull’altura del Varisello ed è un’opera a pianta pentagonale a fossa a due piani e dotata di ordini di fuoco sovrapposti. Era servito dalla diramazione di 700 metri (Strada del forte Varisello) della strada militare che, partendo dalla borgata Gran Croce di Venaus , si inerpicava lungo le pendici del monte Varisello giungendo sino alla Batteria Pattacroce . Il forte venne costruito tra il 1877 ed il 1883 sulla cima del monte Varisello a pianta pentagonale con fossato di protezione e con le stesse dotazioni tecniche dei vicini forte Roncia e forte Cassa , ossia a due piani con ordini di fuoco sovrapposti. Il piano superiore era completamente casamattato e dotato di 2 cannoniere rivolte a nord, est e sud; non tutte queste casematte erano armate, in quanto i 7 cannoni 12 ARC Ret potevano essere spostati nella direzione di fuoco più necessaria al momento dell’utilizzo. I cannoni 12 ARC Ret erano rivolti verso settentrione e battevano tutta l’area del pianoro del Moncenisio compresa tra il colle stesso e l’ospizio (assieme agli armamenti dei forti Roncia e Cassa), mentre i cannoni 15 ARC Ret , rivolti verso occidente, coprivano la zona compresa tra l’Ospizio e l’imbocco della strada che conduceva al colle del Piccolo Moncenisio . Il piano inferiore vi erano 4 postazioni per gli mortai 15 Ret e file di feritoie per i fucilieri, posizionate in modo da coprire l’intero fossato. Erano poi presenti anche 3 casematte sul fronte di gola per coprire la zona attorno alla Gran Croce e due pilastrini su cui erano installate delle mitragliatrici per coprire lo spiazzo attorno al ponte levatoio d’ingresso. Vista la funzione di centro di comando della piazza, il forte era anche dotato di un grande deposito di munizioni per i 420 uomini di presidio dello stesso e per le fanterie mobili operanti nella zona; inoltre erano presenti anche l’infermeria, magazzini per i viveri e forni per la cottura del pane. Era altresì presente una stazione eliografica-ottica che metteva in comunicazione il forte con le altre opere della zona ed il Forte Pampalù di Susa ; vi erano anche dei proiettori elettrici che erano utilizzati per l’illuminazione notturna della zona del pianoro del Moncenisio , e tra il 12 ed il 17 luglio 1883 questi proiettori furono utilizzati per i primi esperimenti di illuminazione notturna di un campo operativo militare in Italia. Al forte si accedeva tramite un ponte levatoio posto sul fossato davanti al portale d’ingresso; l’avancorpo quadrato del blocco d’ingresso era affiancato da cannoniere in conci di pietra. Il muro di controscarpa segue il perimetro dell’intera opera, interrotto solo sul lato occidentale in seguito ai danni provocati dai cannoneggiamenti del 1909 – 1910 . Il cortile interno è occupato, al centro, dall’edificio rettangolare che ospitava gli alloggiamenti delle truppe ed i locali logistici: per accedervi si scendeva ad un piano inferiore del cortile tramite una rampa carrettabile. La caserma, su due piani ha il lato rivolto verso le casematte suddiviso in un piano terra con un ampio porticato ed il primo piano con un loggiato ad archi; la scala per salire al piano superiore è a metà dell’edificio, che all’interno è suddiviso in stanze e camerate. Le casematte del piano superiore del forte sono intercomunicanti tra loro tramite passaggi laterali ed hanno tutte delle pietre angolari a protezione dell’apertura delle cannoniere con, sul pavimento, l’alloggiamento del rocchio in ghisa del cannone. Le postazioni dell’ordine inferiore, invece, sono dotate di feritoie in fila per il posizionamento dei fucili. Le caponiere del fossato sono raggiungibili dalle casematte inferiori e, tramite quella posta nell’angolo sud-ovest, si può raggiungere la polveriera del forte, capace di 100 tonnellate di polvere da sparo , scavata in galleria sotto il piazzale antistante l’ingresso dell’opera. Verso la metà degli anni ottanta del XIX secolo venne realizzata la batteria esterna del Varisello, un’opera di appoggio al forte posizionata lungo la strada di accesso al medesimo: la Batteria era suddivisa in una sezione a valle composta da 2 postazioni a valle e 4 a monte, e tutte e 6 erano dotate di cannoni 15 GRC Ret in barbetta con i magazzini ed i locali di caricamento posizionati in galleria lungo la strada militare del Pattacroce . L’operatività del forte fu alquanto ridotta nel tempo: già nel primo decennio del Novecento venne parzialmente disarmato in quanto le sue strutture in muratura non erano adatte a resistere ai colpi delle granate torpedini ; venne utilizzato, tra il 1909 ed il 1910, come bersaglio per le prove di tiro di artiglieria dei nuovi cannoni 149 A e per valutare gli effetti dei nuovi proietti sulle murature in pietra. A seguito del bombardamento, il lato occidentale del forte subì gravi danni ed il crollo pressoché completo delle casematte: data la scarsa resistenza della tecnica costruttiva delle fortificazioni in pietrame ai nuovi tipi di armi da artiglieria, il 10 gennaio 1910 i forti Varisello, Roncia e Cassa del Moncenisio vennero radiati dal novero delle fortificazioni attive e furono utilizzati solo come magazzini ed alloggi per le truppe di stanza in zona. ​

  • IN AUTO | itinerari valsusa

    IN AUTO ​ ON THE NAPOLEONIC ROAD OF MONCENISIO ​ Colle del Moncenisio (in French Col du Mont Cenis) is a pass in the Cottian Alps that connects Susa and Turin with the French department of Alta Moriana (Haute Maurienne) in Savoy. During the winter the snow is not cleared from the pass which is a natural park. Towards the end of May the snow melts and the pass becomes passable. In ancient times, in the center of the pass there was a natural lake much smaller than the current one. A first dam was built in 1921 and in 1968 the large basin that we can see now was built. The building where the insiders resided, in the Gran Croix area, was transformed into a hotel restaurant with the name Hotel Malamot. The lake feeds the Enel hydroelectric plant in Venaus in Val di Susa and the French one of the Edf (Électricité de France) in Villarodin. Sign of the Colle del Moncenisio This Savoyard territory was disputed between the abbey of Novalesa and the diocese of Turin and Susa. From a geographical point of view it is located on the Italian territory. In fact, the waters of the artificial lake of Moncenisio flow into the river Cenischia which descends into the Val di Susa and is a left tributary of the Doria Riparia which flows into the river Po. Rhone. But in 1947, due to the war damage caused by the Italy that it had lost, France obtained in the Treaty of Paris that the whole plateau where the lake is now located was annexed to the Auvergne-Rhône-Alpes region. On the hill you can see the remains of the old border and the current customs office. French customs Customs has been closed for a long time. Until recently, people came and went from France without being stopped. It is now manned by the French gendarmerie who stop migrants as they try to enter France from the crossing. Benedictine Abbey of Saints Peter and Andrew in Novalesa The Colle was also claimed by the village of Ferrera Cenisio for the control of the pass and the exploitation of the woods and pastures. At the foot of the hill, in Italian territory, stands the Novalesa abbey which was founded in the eighth century. It is located in the municipality of Novalesa on the old via regia which was used by pilgrims to cross the pass. In some places it coincides with the Via Francigena, that is the "road of the Franks", the pilgrims who from Northern Europe went on pilgrimage to Rome. Some continued on to Brindisi, where they embarked for the Holy Land. Venaus Lanslebourg Forts of Esselion NOVALESA - A must-do itinerary. ​ Even today the town is built in front of theNovalesa Abbey , which in its splendid isolation in the middle of the meadows on the west side of the Val Cenischia , for thirteen centuries it has been the cornerstone of the life of the town. A street village With its typical alpine architecture, Novalesa is a street village built around the Via Maestra, part of the ancient road of France that from the Middle Ages (with the foundation ofNovalesa Abbey by i Franks in 726) in the 19th century led to the Colle del Moncenisio The passage of the international road made the town of Novalesa and its inns an essential stopover at the foot of the pass, decreeing its economic fortune and leaving valuable Alpine works of art on site. Foot of the Mountain Between the 12th and 13th centuries, on the busy Via Francigena, at the base of the alpine pass of the Moncenisio an ecclesiastical building that existed before the parish church and now deconsecrated was already referred to as S. Maria ad Pedem Montis Cenisii, or S. Maria de Pedemontio. ​ There are several interesting places in this town in the Cenischia valley. Novalesa Abbey Among the meadows in front of the town stands theNovalesa Abbey , dating back to 726 AD and surrounded by ancient chapels placed among the meadows. Founded by the Franks at the foot of Colle del Moncenisio serving the Via Francigena, has recently been restored and houses, in addition to the valuable frescoed chapel of S. Eldrado (11th century, with a double cycle on Eldrado and su_cc781905-5cde-3194-bb3b- 136bad5cf58d_St. Nicholas of Bari , one of the earliest examples in Western Europe), internationally known, an archaeological museum and a book restoration museum. The burial of a man accompanied by a shell was found at the Abbey, probably a returning pilgrim da Santiago de Compostela [6] . Antoine de Lonhy (workshop), polyptych of the Nativity, c. 1500 (Novalesa, church of S. Stefano) Parish Church of Santo Stefano The parish church of Santo Stefano in the town center with the diocesan museum of sacred art hosts works from the eighth to the eighteenth century, partly coming from the suppression of the Novalesa Abbey. Ethnographic Museum The small local ethnographic museum is located along the Via Maestra formerly traveled by pilgrims of the Via Francigena and by merchants. Inside it preserves objects and environments typical of the rural civilization that characterized the village until the whole of the twentieth century. Novalesa, rock engraving Rock engravings As evidence of the ancient frequentation of the place and its alpine pastures, there are numerous rock engravings on site. Medieval inn House of frescoes The House of frescoes recently recovered by the municipality that acquired it as a municipal heritage, is a former medieval inn with a well-preserved double internal environment. Only one other case is known in the Alps of a preserved environment of this type, in Val Pusteria , in addition to a citizen a Moncalieri [ Probably to be identified with the Locanda della Croce Bianca mentioned in documents starting from the 14th century, it has frescoes on the facade with the coats of arms of the European regions of origin and destination of the patrons of the inn[8] , stage point of the Via Francigena , variant of Moncenisio e which exploited the location of the country at the base of the Colle del Moncenisio . Internally, the House has geometric fresco decorations with writings left by the patrons over time. During the restoration, the writing of a pilgrim of Polish origin was found. Lanslebourg ​ LANSLEBOURG - FRANCE STRONG IN THE ESSELION Once arrived, you can go down the valley to the left and arrive at the Esselion Forts. The Esseillon Barrier or Esseillon Forts is a series of five fortifications built in the 19th century on a rocky spur that blocks the high valley of theArc , on the municipality of Aussois (Valley of the Maurienne , to six kilometres upstream of Modane ), to protect Piedmont from a possible French invasion. It includes four forts and one forts, which bear the names of members of the Savoy family. Forte Maria Cristina: it was one of the two points at the northern extremes of the entrenched camp. It held the Aussois plateau and the Maurienne valley up to Modane under fire. Today it has been completely restored and houses a hostel and a hotel Forte Carlo Alberto: it was the other stronghold of the entrenched camp to the north, holding the Aussois plateau is also under fire. Its construction was never completed. Forte Carlo Felice: located in close protection of the Vittorio Emanuele Fort and the Esseillon hill it was the only fort partially dismantled by the French following the clauses of the Treaty of Turin. Today it is in ruins. Forte Vittorio Emanuele: it was the most important work of the entire complex, it could accommodate a garrison of 1500 men and was the headquarters of the command of the square, the hospital and the church. Extended on several levels, with a difference in height of over 150 meters, it kept the road to Mont Cenis as well as the lower valley under fire. They are in progress restoration work and is open to the public. Reduced Maria-Teresa: the only work placed on the left bank of the Arc had the task of close defense of the bridge over the Nant stream. Today it has been completely renovated and houses a bar and a museum. The construction technique is the same as that of the Piedmontese forts of Exilles, Bard, Vinadio. A drawbridge allows the passage over the thirty meter wide moat at that point. All gunboats are equipped with cross vaults supported by mighty columns. The dimension of the work allowed the presence of a large number of soldiers, there were also two ovens, with a capacity of 250 rations of bread each; the governor's palace, which is the longest barracks; barracks for soldiers e a prison; in 1859 the fort had 88 gunboats of which 35 in casemates; now there are 41, evidently new gunboats have been opened after the annexation to France. The fort can be visited, some parts have been restored, others are closed and unsafe. Reference site: https://www.savoie-mont-blanc.com/offre/fiche/les-forts-de-l-esseillon/336706 VAL D'ISERE Arrived at the Fort to return to Italy, you can continue towards Modane and make the Frejus Tunnel, or repeat the route to Lanslebourg to continue towards Mont Cenis and then Susa. This route can be done in one day and is also suitable for cars. Taking more time from Lanslebourg you can get to Val d 'Isere, a well-known station winter skiing, you have to go down towards Modane from here, Saint Jean de Maurienne take the motorway to Albertville, from here it is 90 km to arrive, then towards Bourg saint Maurice and Val d'isere, rely on a map or navigator for the route but, it's worth it. If you leave early in the morning it is possible to do it within the day but without too many breaks and, to shorten it the route from Bardonecchia you enter the Frejus Tunnel. This will make a lot of highway. I wanted to include this itinerary in French territory because I think it is very beautiful and varied. ​ Val-d'Isère ​ in France, is a commune belonging to the Rhône-Alpes region and the Savoie department, a well-known destination for passionate skiers and home to ski competitions. It has over one thousand and six hundred inhabitants and covers an area of about ninety-four square kilometers. The ski slopes of Val-d'Isère are exhilarating and the charm of the country is so strong that it cannot fail to arouse wonder. The area arouses interest for its elegance, for its richness, for the guarantee of tranquility and well-being; in the morning you reach the ski lifts to ski and in the evening you return to the warmth of your home or accommodation, delighting the palate with local flavors. The center is visited especially in winter but in summer there is no shortage of opportunities for skiing reaching the Grand Pissaillas at almost three thousand meters high. Val-d'Isère is therefore full of life throughout the year and guarantees unforgettable holidays not only for those who practice winter sports but also for those who want to spend relaxing moments breathing mountain air. The history of Val-d'Isère is linked to the events that marked the Savoy, living with it sometimes complex and singular events; the origins of the territory are however to be found in a remote past, the one in which the territory hosted a small Celtic people. Val-d'Isère owes much of its success to the skiing competitions that take place annually on its peaks. The presence of modern and efficient systems increases its fame making this area one of the most popular places in the French Alps. NOVALESA Susa - Moncenisio Lake - Lanslebourg - Val d'Isere. _cc781905-5cde-3194-bb589094-136bad5cde-3194-bb589094-136bad5ccc3 -bb3b-136bad5cf58d_Starting from Susa go up towards the Mont Cenis, whose summit houses the famous lake Vecchio tunnel ferroviario del Frejus Tra l'alta Valle di Susa e la Moriana, tra Italia e Francia, corrono le Alpi Cozie che hanno i loro più famosi picchi nell'inconfondibile Monviso, con i suoi 3.841 metri, e nell'Aiguille de Chambeyron, a 3.409 metri. Ma non tutti i massicci delle Alpi Cozie sono così conosciuti e battuti, anzi, alcuni attirano un numero decisamente minore di alpinisti e di escursionisti. Tra questi c'è per esempio il Frejus, 2.936 metri d'altezza, la cui cima è raggiungibile dal versante italiano percorrendo dapprima una mulattiera e poi un versante detritico. All'inizio di questa mulattiera, a circa 1.750 metri, sorgono delle particolari costruzioni grigie, in cemento armato riportanti la scritta: sono i “Camini del Frejus”, ossia gli sfiati del tratto italiano del traforo stradale del Frejus che attraversa il massiccio da parte a parte, collegando la città di Modane, in Francia, con Bardonecchia, in Italia. Come è noto, però, la lunga galleria stradale non è l'unica opera di ingegneria costruita al di sotto di questo massiccio: più di un secolo prima, infatti, era stato scavato il traforo ferroviario del Frejus, all'epoca il più lungo tunnel del mondo. Il traforo ferroviario del Frejus: la storia Il primo traforo del Frejus, quello ferroviario, fu ideato da un imprenditore di Bardonecchia, Giuseppe Francesco Medail che presentò un progetto al re Carlo Alberto già nel 1840. Quel suo disegno venne trascurato, essendo forse fin troppo ambizioso per i tempi. L'idea venne però passata all'ingegnere belga Henri Maus. Anche lui, come del resto Medai, morì prima di vedere realizzato il progetto che passò nelle mani dell'ingegnere, nonché Ministro delle Finanze, Quintino Sella il quale dovette trovare una soluzione per l'areazione del tunnel. La lunghezza del Traforo del Frejus è pari a 13,636 chilometri e mai nessuno prima di allora aveva pensato di costruire una galleria talmente estesa. Il progetto definitivo fu quindi rifinito da Geramain Sommeiler, da Sebastiano Grandis e da Severino Grattoni. La prima pietra fu posata nel 1857 da re Vittorio Emanuele II, dopo che lo stesso Cavour perorò la causa del traforo del Frejus. Il finanziamento iniziale concesso dalla casa regnante fu di 42 milioni. A mettere a rischio l'opera fu, però, il corso della storia: nel 1860 il Regno di Sardegna, per compensare la Francia dell'aiuto dato durante la riunificazione, decise di concedere la Savoia agli alleati. Il tunnel, dunque, non era più da ambo le parti su territorio italiano, e fu necessario definire un accordo nuovo con i francesi. Questi misero sul piatto 19 milioni che sarebbero stati corrisposti solo ad opera completata entro un arco temporale di 25 anni. I francesi promisero anche un premio che sarebbe aumentato di pari passo al diminuire dei tempi di costruzione del tunnel.Motivati dalla prospettiva del premio, gli italiani decisero di fare del loro meglio per accelerare i tempi, tanto che, quando il tunnel venne inaugurato nel 1871, i francesi dovettero pagare 26 milioni, coprendo il definitivo costo del traforo del Frejus che fu pari a 70 milioni. La costruzione del tunnel non procedette senza problemi: i lavori furono accelerati senza ombra di dubbio dalla perforatrice automatica pneumatica messa a punto dai tre ingegneri che firmarono il progetto finale, ma non mancarono i contrattempi e, ovviamente, gli incidenti. Dei 4.000 operai impiegati 48 morirono durante i lavori (anche se va detto che 18 caduti sono da ricollegare all’epidemia di colera del 1964). Lo scavo del traforo fu seguito passo dopo passo e con vivo interesse dalla stampa mondiale. Con quel tunnel ferroviario si sanciva un nuovo passaggio per il treno Londra-Brindisi che in quegli stessi anni transitava faticosamente sulla Ferrovia del Moncenisio, realizzata poco prima proprio dagli inglesi e caduta poco dopo in disuso. Il tunnel del Frejus restò il più lungo al mondo fino al 1882, anno in cui venne sorpassato dalla Galleria ferroviaria del San Gottardo (15 chilometri) la cui costruzione partì nel 1972. Quello ferroviario fu però solo il primo dei tunnel del Frejus: qualche decennio fa questa opera è stata affiancata da una seconda galleria. Il traforo stradale del Frejus Dal 1980, a fianco del Traforo ferroviario del Frejus, scorre anche un traforo stradale. Anch'esso collega Bardonecchia a Modane: a partire dalla sua inaugurazione, ha portato alla chiusura del servizio di trasporto automobili nella galleria ferroviaria ottocentesca. I lavori per la sua costruzione sono iniziati nel 1974, e quindi poco più di un secolo dopo rispetto all'apertura del parallelo tunnel ferroviario. La lunghezza del traforo stradale del Frejus è 12,895 chilometri. Il traforo stradale è gestito da due società distinte: da parte francese la gestione è in mano alla SFTRF, mentre in Italia il traforo del Frejus è di competenza della SITAF. Tra i principali collegamenti tra Italia e Francia, durante i suoi primi vent'anni di vita il tunnel del Frejus ha visto il passaggio di oltre 20 milioni di veicoli. ​ TUNNEL AUTOSTRADALE FREJUS Il traforo stradale del Frejus è una galleria a pedaggio che collega la Francia con l'Italia . Posto sotto il monte Fréjus fra le località di Modane in Francia e Bardonecchia in Italia, corre parallelo al traforo ferroviario del Frejus e costituisce uno dei principali collegamenti transalpini fra Francia e Italia con la parte italiana, nella rete autostradale italiana , classificata come "traforo T4". L' alternativa al colle del Moncenisio che ricordo sale da Susa per raggiungere Modane e da qui proseguire o verso la val d'Isere oppure continuare sull' autostrada che porta a Chambery etc. ​ T4 Traforo del Frejus – Sitaf S.p.A.

  • GALLERY | itinerari valsusa

    GALLERY photos recovered from Facebook pages and taken by me. If I use photos that are not mine, I will write the reference or the author . Good vision 1 ponte_tibetano_6.1170x0 PARCO AVIGLIANA 1 1/12 PHOTO BY AUTHOR chiara-angeleri franca-contiero valentina-orsola-facebook chiara-angeleri 1/3 WINTER - SNOW CAB snow ses2 CAB 1/7 EXCURSIONS THAB nible (1) THAB2 THAB 1/4

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