top of page
VIE FERRATE

PONTE TIBETANO

TIB.jpg

https://www.pontetibetano.net/
Il Ponte Tibetano più lungo del mondo  sospeso nel vuoto per 468 metri.

Il Ponte tibetano di Cesana Claviere è il ponte sospeso più lungo del mondo, 544 metri, ad un’altezza da terra di circa 30 metri.
Il percorso che attraversa le Gorge di San Gervasio è costituito dalla successione di tre ponti in cavi.
Il percorso inizia con il primo ponte (70 m) che attraversa la Gorgia in senso perpendicolare al suo corso, per poi innestarsi
sul ponte principale, che da questo punto
in poi segue in senso longitudinale il corso delle Gorge di San Gervasio ad un’altezza di 30 metri.
Alla fine del secondo ponte, un sentiero porta al terzo ed ultimo ponte, lungo 90 metri e alto 90 metri da terra.
Tempo medio di percorrenza 1.30 h
In alternativa al sentiero è possibile raggiungere il terzo ponte percorrendo la via ferrata.
Tempo medio di percorrenza 2.30 h.
Per informazioni +39 337 219600

Cenni Storici  –
La pratica di attrezzare in maniera provvisoria o permanente i tratti più impegnativi e rischiosi delle vie di salita
sui monti è antica almeno quanto l’alpinismo stesso. Già dai tempi più remoti, l’uomo che viveva e si nutriva sulle montagne, ha imparato
a posare scale, pezzi di fune, o ricavare gradini nella roccia, al fine di  agevolare l’accesso a luoghi di vitale importanza quali, torrenti e pozz
i da cui attingere acqua, terrazze su cui coltivare, grotte ove era possibile trovare ricovero o estrarre materie prime…..  per poi arrivare in tempi
più recenti, dove i montanari che guidavano i pellegrini, i mercanti, ed in seguito anche i turisti, attraverso i passi alpini, arrivarono a costruire
interi percorsi, con corde e gradini per semplificarne il transito.
Con la prima guerra mondiale, di fatto si è interrotta le realizzazione di itinerari ferrati per fini turistici sportivi, ma molti sentieri e passaggi difficili, sopratutto
nella zona delle Dolomiti sono stati attrezzati come percorsi sul fronte di guerra, per permettere alle truppe alpine di svolgere spostamenti abituali
con minor rischio e maggior rapidità nel  trasporto di armamenti. Ben ché in misura molto minore, una situazione simile
si è rivista sul fronte occidentale, franco-italiano, nella seconda guerra mondiale.
Dopo gli anni settanta il ritrovato benessere economico e l’incremento del turismo alpino, portarono allo sviluppo di vie attrezzate
soprattutto dolomitiche, con fini oltre che di ascensione alle cime, anche di traversate particolarmente interessanti per storia, natura, paesaggi. 
Un ulteriore sviluppo degli ultimi anni, ha visto le vie ferrate divenire percorsi sportivi, senza la necessità di essere
in alta montagna, con preponderanza del gesto atletico sull’ascensione.

Vie Ferrate in Valle di Susa – 
Benchè sul arco alpino occidentale italiano, la diffusione di Vie Ferrate nelle vallate non sia capillare, la valle di Susa
ne possiede almeno sette, che sono state costruite o ricostruite e tuttora mantenute.
Questo a dimostrazione di come alcuni Comuni hanno recepito il messaggio che arriva da oltralpe, dove la proliferazione di questo genere di itinerari sta superando
ogni limite immaginabile, dove ogni paese vuole avere la sua via ferrata.
Al pari delle Dolomiti anche la valle di Susa, possiede un itinerario ricavato sui resti di un tracciato nato per scopi bellici, la “Via degliAlpini” sul monte Charrà, anche la valle di Susa
può vantare di un itinerario che oltre ad essere sportivo ci porta a viaggiare nella storia, scalando il monte Pirchiriano sulla cui sommità troviamo
L’Abbazia della Sacra di San Michele risalente al X secolo, oppure, un percorso di natura principalmente paesaggistica volto alla scoperta
di una luogo selvaggio e altrimenti inaccessibile, dove possiamo vedere una vegetazione davvero particolare  “Le Gorge della Dora Riparia“, ed anche un itinerario
esclusivamente sportivo con diversi tracciati di lunghezza ed impegno differente per soddisfare
il neofita, l’esperto, ed anche i bambini, la “Ferrata del Ruoas“, poi ancora
un paio di itinerari inseriti all’interno di altrettante oasi protette, che si sviluppano lungo i due Orridi principali
della Valle Foresto e Chianocco, una lungo e difficile itinerario adatto ai periodi di caldo intenso, la Via Ferrata della Rocca Clarì……
Articolo di Altox di cui sotto il link:
http://www.altox.it/ValsusaFerrate/a-ferratevalsusa.htm

ORRIDO.jpg

COLLEGAMENTI - LINK

Materiale indispensabile:

  • Imbragatura da arrampicata

  • Casco da arrampicata

  • Dissipatore d'energia con 2 longe dinamiche

  • N° 2 moschettoni a norma per ferrata e connettore con l’imbracatura.

Norme per la sicurezza:

1 - È indispensabile avere un minimo di esperienza in montagna o in arrampicata, prima di avventurarsi sulla via ferrata.
2 - Restare distanziati nei tratti ripidi, non essere più di due persone sul cavo tra due ancoraggi eccetto nella progressione legati in cordata.
3 - Non abbandonare l'itinerario attrezzato, seguire i sentieri di collegamento e di discesa rispettando il senso della marcia.
4 - Non percorrere la ferrata in condizioni climatiche sfavorevoli (pioggia, neve, ghiaccio, situazioni temporalesche; ecc…. ).
5 - In nessun punto del percorso i moschettoni che collegano l'alpinista al cavo devono essere sganciati contemporaneamente   dal suddetto cavo.
6 - Rispettate l’ambiente, non uscite dai sentieri, e non fate cadere pietre.
7 - I minorenni devono essere legati in cordata e accompagnati da un adulto responsabile.

ORRIDO2.jpg

SITO DI RIFERIMENTO ALTOX

PRUDENZA E RISPETTO DELLA MONTAGNA. SEMPRE.

bottom of page